Provare a spiegare un'argomento cosi' complesso in poche parole e' letteralmente impossibile, per cui anticipo che ogni concetto da me espresso, verrà' approfondito poi presso il mio studio in sede di visita.
Cio' che pero' mi preme sottolineare in questa pagina, e' chiarire gli aspetti dell'estetica del sorriso, non tanto in funzione di "come ottener un'estetica ideale", che son concetti individuali per ogni paziente (almeno in parte), quanto soffermandomi sulle tipologie di dispositivi protesici che possono esser usati in ambito odontoiatrico per ripristinare una estetica del sorriso ideale.
Partendo da sinistra nell'immagine sottostante, abbiamo le faccette dentali, ovvero dispositivi che rientrano nel campo dell'odontoiatria restaurativa, che vengono applicate su di una parte delle superfici esterne ed interne dei denti (la porzione vestibolare ed una parte di quella palatale interna). Questi dispositivi non ricoprono interamente la corona del dente, e possono essere realizzati in resine composite modellate "direttamente" sull'elemento dentale senza alcuna preparazione, come se fossero otturazioni (chiamate faccette dirette); oppure vengono limati e preparati gli elementi in alcune porzioni della corona dentale, per eliminare i sottosquadri presenti, e sostituire una porzione di smalto dentale con materiali ceramici sintetici, modificando cosi' la forma ed il colore del dente a nostro piacimento (chiamate faccette indirette): normalmente vengono eseguite nel gruppo degli elementi dentali anteriori. Se la preparazione viene eseguita su tutte le superfici del dente, allora la faccetta viene denominata "corona".
Negli elementi posteriori, vale la medesima regola, con la differenza, che se la preparazione del dente, invece di essere su tutta la totalità' della corona dentale, si limita a ricoprire solo una parte delle superfici vestibolari, occlusali e palatali, allora in quel caso la corona dentale viene denominata "overlay" o "corona 3/4".
Fatto questo piccolo preambolo, e' comunque importante sottolineare che l'estetica non la si ottiene solo col "dente bianco", non basta quindi ricoprire con qualcosa l'elemento dentale o gli elementi dentali per ottenere un'estetica ideale, ma la si ottiene con un insieme di armonie nel sorriso e nelle linee del viso che lo compongono, oltre ai colori dei denti, anche migliorando le loro forme, l'interazione degli elementi dentali tra le arcate, il profilo delle gengive, la dimensione verticale e l'armonia che si ottiene in tutto questo. Quindi non si puo' parlare di estetica, se non si prendono in esame tutti questi aspetti (dall'allineamento dentale fino al profilo gengivale che circonda l'elemento dentale) per cui e’ necessario fare una pianificazione del caso molto accurata prima di procedere con la terapia.
In funzione di tutto cio', oggi sento spesso menzionare dai pazienti le "faccette dentali" come soluzione migliore per ottener "l'estetica": sfatiamo quindi subito un mito, non e' assolutamente vero che le corone dentali sono piu' invasive delle faccette, e non e' assolutamente vero che le corone dentali "uccidono" il dente (come talvolta mi son sentito dire). Anzi spesso le corone dentali salvano il dente, e sono sotto ogni aspetto, superiori a qualsiasi faccetta dentale, sia come proprieta' biomeccaniche, sia come possibilita' di adattamento al caso clinico, sia come estetica possibile soprattutto in termini di durata nel tempo. Faccette “dirette" realizzate in composito direttamente sul paziente, hanno statisticamente una durata temporale del 70-75% a 7 anni circa, se invece vengono realizzate con tecniche "indirette", possono arrivare a circa 10 anni. Le corone dentali al contrario, hanno una longevità temporale nettamente superiore, fino a 20-25 anni se il paziente si sottopone costantemente, alle terapie di igiene e prevenzione necessarie; quindi, le corone dentali, sono in tutto e per tutto qualitativamente superiori a qualsiasi faccetta dentale, ma soprattutto, oggi le tecnologie digitali ed i materiali dentali, ci permettono di realizzare preparazioni minimanete invasive e conservative anche con le corone dentali, ottenendo comunque livelli estetici di eccellenza anche con materiali monolitici come lo zirconio grazie a tecniche di micro stratificazione delle ceramiche dentali innovative utilizzabili su di esse (Cut Back).
Come ogni cosa pero' bisogna avere un team esperto che comprende dei bravi odontotecnici che sappiano portare l'arte della loro professione, a livelli d'eccellenza, ed esser a conoscenza delle novita' che ti permettono determinati materiali (e naturalmente bisogna saperle fare). In oltre, non si puo' generalizzare sulle faccette comparandole alle vecchie corone in metallo ceramica, le quali erano sicuramente molto piu' invasive rispetto alle corone che possiamo realizzare oggi con i materiali monolitici a nostra disposizione (che tipo di preparazione del dente viene analizzata? che tipo di materiali vengono comparati?) troppe sono le possibilita' e le incognite; sicuramente pero' si puo' affermare che tra faccette in composito o faccette realizzate con i nuovi materiali cad cam ibridi o in ceramica feldspatica (non hanno le medesime proprieta' delle ceramiche stratificate ne tanto meno l'estetica), una corona dentale di ultima generazione non e' nemmeno confrontabile in quanto in tutto e per tutto superiore sotto ogni aspetto.
Troppo spesso mi sento dire "...me le hanno fatte in ceramica..."; a tale affermazione rispondo una volta per tutte: non tutte le ceramiche sono uguali e non sono nemmeno confrontabili le ceramiche straticate utilizzate in protesi con i nuovi materiali “ibridi” che vengono usati oggi: questi materiali ibridi (PMMA o resine ibride), sono piu' scadenti e sovrapponibili piu' alle vecchie corone in oro-resina che venivano usate anni fa come alternativa economica (e meno estetica); in funzione di cio', allora si che si e' ottenuto un miglioramento estetico (e non solo). Una corona stratificata invece, che sia monolitica stratificata o classica, e' ancora oggi la scelta d'elezione per l'estetica del sorriso e la longevita' nel tempo del nostro trattamento (e spesso non e' nemmeno la soluzione piu' dispendiosa), ma diventa fondamentale aver un team esperto, composto anche da tecnici che non saranno mai sostituiti da delle macchine digitali (ed e' qui' che si innesca il decadimento dello stato dell'arte provocato da alcune nuove tecnologie).
A questo punto, fatta un’attenta analisi estetica, con uno studio del caso clinico curato e completo di eventuali Mock-Up e creature diagnostiche, necessarie per simulare il risultato finale ottenuto al paziente prima di intraprendere la terapia, bisogna chiedersi; qual e’ il risultato migliore che si puo’ ottenere, sia da un punto di vista estetico, sia da un punto di vista funzionale, col miglior rapporto qualità’ prezzo? Se a parita’ di costo si possono realizzare delle corone protesiche minimamente invasive con un’estetica di eccellenza, ma una longevita’ nettamente superiore a qualsiasi terapia “restaurativa” mediante faccette dentali indirette, ha senso realizzare una terapia di questo tipo se a parità’ di costo si possono ottenere gli stessi risultati ma con una longevità’ nettamente superiore? Ricostruzioni in composito dirette al contrario, possono avere senso in alcuni casi, in quanto non necessitano alcuna preparazione o limatura dell’elemento dentale sottostante, ed oltre ad esser sicuramente più economiche, possono essere un primo approccio conservativo per migliorare l’estetica del sorriso prima d’intraprendere terapie protesiche definitive che richiedono piu’ tempo e più lavoro, mostrando al paziente il risultato estetico ottenuto in poche sedute.
Detto cio', come bisogna ragionare? innanzi tutto i colori del dente vanno "visti": questo e' l'aspetto tecnico pratico piu' difficile e che deriva piu' dal mondo della pittura che dal mondo dell'odontoiatria. Se non si impara a vedere il colore allora nessun clinico otterra' mai il risultato estetico, perche' il 90% dei colori dei denti si compongono da differenti colori della medesima scala o addirittura di differenti scale. Bisogna imparare a prendere i colori con differenti scale ed aver soprattutto un bravo tecnico in grado di riprodurteli.
Quando un colore non e' presente nella scala standard delle ceramiche, si utilizzano differenti campioni colore, sapendo che ognuna di queste scale e' studiata in un determinato modo e con gradazioni specifiche sempre in funzione del colore standard usato nelle ceramiche (vedi foto). Nelle due immagini sottostanti si possono intravedere delle vecchie corone in ceramica con il colore sbagliato: nell'armonia del viso il concetto di estetica, non e' il bianco latte piatto che si fa notare solo sulla copertina di Vogue, ma un'insieme di colori presenti nel cavo orale sui quali eventualmente si puo' giocare per dar profondita' e tridimensionalità' anche e soprattutto nel dente chiaro. Un livello di estetica d'eccellenza la si ottiene quando il paziente e chi interaggisce con lui non riesce a capire che "il dente o i denti sono finti".
A questo punto, una volta preso il colore di base, si analizzano le caratterizzazioni individuali, dove si utilizzano le scale specifiche delle ceramiche utilizzate: caratterizzazioni fondamentali per dar naturalezza e tridimensionalita' alla corona o agli elementi dentali. Che sia un singolo dente o un'intera arcata, la tecnica e' sempre quella, se però si realizza un'arcata intera allora diventa tutto molto piu' facile perche' avrai la possibilita' di realizzare i colori dell'arcata con piu' liberta' (eventualmente schiarendoli); se invece devi realizzare solo una o piu' corone adattandoti ai colori degli elementi vicini, allora diventa tutto piu' difficile perche' non ti potrai "adattare", ma dovrai ripetere cio' che e' gia' li negli elementi circostanti.
Solo a questo punto il clinico potrà' trasferire tutte queste informazioni al proprio odontotecnico: a lui la responsabilità' di realizzare il colore cosi come lo abbiamo visto, e riprodurre le caratterizzazioni che danno naturalezza al dente. Anche nei colori piu' difficili fuori scala come questo, se il team e' esperto e si sanno dare le giuste cromie e tridimensionalita' ai colori, allora nella seduta successiva si potra' aver gia' la corona finita stratificata e pronta da esser montata, la quale verra' provata, eventualmente ritoccata e se necessario si potranno fare aggiustamenti nei colori e nelle caratterizzazioni, nella medesima seduta direttamente su paziente ricuocendo in pochi minuti le ceramiche.
Ho scelto questo caso proprio perche' lo ritengo molto didattico: innanzi tutto le corone sono state realizzate su elementi dentali rimasti vitali, con preparazioni minimamente invasive, materiali monolitici stratificati (zirconio monolitico stratificato), ma soprattutto perche' il colore era molto complesso e c'era la presenza di altri dispositivi protesici realizzati in precedenza da altri colleghi proprio accanto, i quali dopo nemmeno un anno, si sono letteralmente fratturati (cosa molto difficile ed improbabile con le corone monolitiche stratificate, molto piu' probabile invece con i difetti che le nuove tecnologie hanno introdotto nelle produzioni come il laser melting). In ogni caso nessun elemento preparato è' rimasto danneggiato dall'intervento (come spesso mi sento dire dai pazienti male informati).
Rinviando ogni approfondimento nel mio studio in sede di visita, concludo ribadendo un concetto: l'estetica non la si ottiene solo col dente bianco latte piatto (e finto a chilometri di distanza); si possono ottenere anche elementi dentali chiari (come nell'immagine sottostante), giocando su cromie di base scure e variopinte, dando pero' naturalezza al sorriso che non deve mostrare l'effetto del finto. Se poi invece di corone singole sparse si realizza un'intera arcata, allora si che si puo' schiarire, ma sempre mantenendo una certa tridimensionalita' e profondita' nel colore anche se le cromie di base sono scure.
Nel caso dell'immagine sottostante, la presenza di svariati dispositivi di differenti colori e vecchie otturazioni, mi ha portato a riprodurre le medesime cromie su tutta l'arcata inferiore realizzata, ma mantenendo comunque un effetto di chiaro negli smalti dentali, che sono poi quelli che quando il paziente parla e sorride, mostra. In questo modo l'arcobaleno presente e' scomparso semplicemente riproducendo esattamente nella maniera corretta tutti i colori già' presenti, ma al tempo stesso si e' ottenuto anche un effetto di dente chiaro grazie alla zona smaltata che prevale quando si sorride.
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